C’est tout neuf, c’est tout nouveau, le statut d’auto-entrepreneur doit/devait révolutionner le web en permettant à tous de pouvoir faire du business… et de pouvoir déclarer pubs, petits travaux - et, pourquoi pas, générer du vrai business.
Je n’ai pour l’instant rien de vraiment précis en tête, mais j’ai toujours plein de projets et pourquoi pas de temps en temps des trucs qui pourraient générer du cash, donc je me dis: "tiens on va tester ça… en plus l’enregistrement peut se faire en ligne, ça devrait plutôt mieux se passer."
Le site est plutôt bien fait, même si certaines fois cela manque un peu d’explications pour les non-initiés (comme les différentes formes de régimes, etc…). On peut tout faire d’un coup en scannant une pièce d’identité.
Bon, le formulaire est assez trapu, pas mal de questions, des renseignements, etc… mais rien de dramatique.
Je remplis mon (gros) formulaire comme un gentil garçon bien sage.
Je reçois un email qui me confirme que mon dossier a bien été enregistré et que je recevrai d’autres infos un peu plus tard, alors j’attends… confiant.
Kouac - Activité non reconnue
Et là, surprise:
Mon dossier est refusé… j’envoie un email, j’essaye de les avoir au téléphone (toute une aventure, pas réussi d’ailleurs) et c’est grâce à l’aide de Dame Tartine que je trouve enfin l’explication:
Attention, l’application au 1er janvier 2009 ne concerne pas encore toutes les activitées : suite à un blocage avec la CIPAV, (caisse interprofessionnelle de prévoyance et d’assurance vieillesse) qui regroupe une très large partie des professions libérales, dont les ingénieurs-conseils et les informaticiens, beaucoup d’auto-entrepreneurs souhaitant travailler dans les nouvelles technologies ne peuvent accéder pleinement à ce régime. Faute de mieux, Novelli a promis de régler ce problème par le biais d’un amendement législatif.
Donc, si vous voulez être auto-entrepreneur dans les nouvelles technologies, deux solutions:
- attendre (et on sait pas combien de temps)
- mentir sur la nature réelle du travail | E’ tutta una novità, un mondo in evoluzione. Lo statuto di libero professionista dovrebbe, o per lo meno avrebbe dovuto, rivoluzionare il web dando a chiunque la possibilità di entrare nel mondo degli affari, di dichiarare pub, piccoli lavoretti e, perché no, di dare vita ad una vera e propria attività commerciale. Ora come ora non ho un'idea precisa in testa ma, considerando che ho sempre un mucchio di progetti e che ogni tanto, lo ammetto, vado in cerca di espedienti che potrebbero farmi guadagnare un bel gruzzoletto, mi sono detto: “Quasi quasi ci provo...anche perchè registrarsi in linea dovrebbe essere un gioco da ragazzi!". Il sito è costruito abbastanza bene, nonostante a volte manchino alcune informazioni per i profani in materia (in merito, ad esempio, alle differenti forme di regime, ecc) ed è possibile fare tutto in un lampo scannerizzando un documento d'identità. Allora, riempire il modulo è un'impresa abbastanza ardua...ci sono parecchie domande, informazioni ecc...ma comunque niente di allucinante. Compilo il mio (interminabile) questionario come un giovanotto buono ed ubbidiente. Ricevo un’e-mail che mi conferma che la registrazione della mia pratica è stata effettuata con successo e che riceverò ulteriori informazioni nel giro di poco tempo, dunque resto in attesa, fiducioso... Ma…come!???!!!???!!!! "Attività non riconosciuta". E qui arriva il bello…la mia pratica è stata rifiutata! Invio un’e-mail, provo a raggiungerli telefonicamente (missione impossibile, non ci sono ancora riuscito..) ed è grazie all’aiuto della Signora Tartina che finalmente mi viene svelato l’arcano: Attenzione. L'applicazione, al primo gennaio 2009, non riguarda ancora tutte le attività: in seguito ad un problema con la CIPAV (Cassa Interprofessionale di Previdenza e d’Assicurazione Vecchiaia), che raggruppa la maggior parte delle professioni liberali inclusi gli ingegneri consulenti e gli informatici, molti liberi professionisti che vorrebbero lavorare nel campo delle nuove tecnologie non hanno ancora la possibilità di accedere pienamente a questo regime. In mancanza di meglio, Novelli ha promesso di risolvere questo problema per mezzo di un emendamento legislativo. Ricapitolando, se volete essere liberi professionisti nelle nuove tecnologie, potete scegliere tra due possibilità: - o attendere (chissà per quanto tempo..); oppure - mentire spudoratamente sulla reale natura del lavoro.
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